LA STORIA DI ALESSANDRO, 5 ANNI E GIA’ UN CAMPIONE.

Alessandro oggi ha 5 anni, quasi 6. Noi abbiamo scoperto subito lo ‘stroke’ perché è stato contestuale al parto. Quindi dopo la doccia fredda immediata, i 18 giorni in terapia intensiva a lottare tra la vita e la morte è iniziata la prima fase: paura del futuro!

Paura del futuro perché nessuno sapeva dirci cosa sarebbe accaduto da lì in poi. Ci dicevano che forse non avrebbe camminato, che forse non avrebbe parlato, che forse tutto o forse niente. Come se un papà ed una mamma possano vivere con un FORSE.

Dopo 40 giorni – alla prima risonanza – è arrivata la diagnosi di emiparesi destra. Da lì è iniziata la lotta (anche se con pochi sorrisi all’inizio!). Palestrine, giochi di ogni genere. Non ricordo che Alessandro sia mai stato tranquillo nel suo lettino durante il giorno; era un giocare continuo. Dovevamo scoprire cosa fosse andato perso. Dai 3 mesi abbiamo iniziato la riabilitazione… che continua!

La seconda fase è iniziata a 2 anni ed un giorno quando Alessandro si è messo in piedi in spiaggia per raggiugere un secchiello lontano da lui.

Il cammino ha dato inizio alla fase: Poteva andare peggio. Alessandro è un bambino fantastico, dolce e affettuoso, simpatico e con una parlantina disarmante. Non c’è posto in cui andiamo in cui lui non si faccia voler bene dopo 5 minuti di permanenza!

Durante questi anni di riabilitazione – sono quasi sei – abbiamo viaggiato tanto, per l’Italia, incontrando persone più o meno corrette. In molti ci hanno scoraggiato inutilmente, perché poi i progressi di Alessandro li hanno smentiti; qualche ciarlatano ha tentato di colpevolizzarci dandoci prima false illusioni e poi addossandoci le colpe dell’insuccesso. Molti medici dovrebbero pesare bene le parole perché non si sta parlando del criceto o del pesce rosso, ma di un bambino anzi di un figlio – il bene più prezioso di ogni essere umano!

Poi un giorno ho sentito in TV la storia di Francesca, che raccontava di Mario… la ascoltavo e piangevo; era come vedere rappresentata in tv la nostra storia con tutto ciò che ne consegue in termini di coinvolgimento emotivo.

Scoprire di non essere soli in questa guerra è motivo di conforto. E’ una guerra che abbiamo perso in partenza ma che ci lascia la possibilità di vincere tante battaglie; questo è sufficiente per continuare a lottare.

Cosa vorremmo per il futuro di Alessandro? Che continui ad essere felice; che la stupidità, ignoranza, incuranza e intolleranza di qualcuno possa non turbarlo.

Vorrei che le persone capissero che insegnare ai propri figli a far vincere per una volta, in una gara, un bambino che non ha avuto la sua stessa fortuna può renderlo un super eroe! Che le persone non si valutano per la loro capacità di camminare, di correre e saltare ma per la loro capacità di donarsi al mondo ed in questo Alessandro è già un CAMPIONE.

E grazie alla sua mamma Marina che ci ha mandato questa testimonianza.